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Adolescenti disorientati: come accompagnarli a ritrovare la bussola interiore

Negli ultimi anni sentiamo spesso adulti dire frasi come:
“Non hanno voglia di fare niente”, “Sono sempre confusi”, “Non sanno più cosa vogliono”.
Dietro queste parole c’è una realtà che chi lavora con i ragazzi vede ogni giorno. Sempre più adolescenti disorientati, in cerca di un orientamento esistenziale, scolastico ed emotivo.

L’adolescenza è da sempre una fase di passaggio complessa, ma oggi il senso di smarrimento sembra amplificato. I ragazzi crescono in un mondo che cambia alla velocità della tecnologia, in cui le certezze del passato – il lavoro fisso, un percorso lineare, punti di riferimento stabili – non sono più garantite. Questo produce un misto di possibilità e paura: “posso diventare tutto”, ma anche “non so più chi sono, né dove sto andando”. In questo scenario, il compito educativo di genitori, insegnanti ed educatori non è “aggiustare” i ragazzi, ma aiutarli a costruire una bussola interiore: un orientamento fatto di identità, valori, talenti e desideri autentici.

Quando crescere significa non riconoscersi più

Il primo livello di disorientamento è interno. Il corpo cambia in fretta, si allungano le gambe, il viso si trasforma, arrivano i segni della maturità sessuale. L’immagine allo specchio non coincide più con quella del “sé bambino” e, molto spesso, non piace. Questo ha un impatto enorme sulla percezione di sé:

  • molti adolescienti faticano a riconoscersi
  • alternano momenti di esibizione e chiusura
  • oscillano tra il desiderio di libertà e la paura di non farcela.

È il tempo in cui emerge con forza la domanda: “Chi sono io, davvero?” Il disorientamento è parte naturale di un processo di crescita che chiede ai ragazzi di ricostruire la propria identità su basi nuove, più autonome e consapevoli.

Un mondo esterno che confonde (almeno quanto quello interno)

Accanto alla tempesta interiore, c’è un contesto sociale che spesso non aiuta. Viviamo in una società che offre moltissime possibilità di scelta, una forte incertezza sul futuro ed un bombardamento continuo di messaggi contraddittori. Questo doppio movimento – tante opportunità ma poche garanzie – può diventare una fonte costante di smarrimento:
“Se posso essere tutto, da dove comincio? E se sbaglio strada?”.

A volte sono proprio gli adulti, con narrazioni pessimistiche sullo studio e sul lavoro, a trasmettere ai ragazzi un’idea del domani come qualcosa di minaccioso invece che come uno spazio da costruire.

Non solo crisi: il disorientamento come occasione educativa

La tentazione, di fronte a un adolescente disorientato, è quella di “metterlo in riga”, dire cosa è giusto, quale scuola scegliere, quale strada è più sicura. Ma se ci fermiamo qui, perdiamo un’occasione preziosa. Il disorientamento, se accompagnato, può diventare invece uno spazio di domande vere, un laboratorio di autonomia ed un allenamento alla responsabilità. In questa prospettiva, l’orientamento non è più un “servizio informativo” che indica una direzione, ma un cammino in cui l’adolescente è soggetto attivo.

Il ruolo degli adulti: da guide autoritarie a “specchi affidabili”

Cosa possono fare concretamente genitori, insegnanti ed educatori?

✔ Riconoscere la fatica

Frasi come “alla tua età non hai problemi veri” chiudono il dialogo. Prendere sul serio la confusione è il primo passo.

✔ Offrire ascolto e domande

Non soluzioni immediate, ma domande che aprono spazi:
“Cosa ti fa stare bene?”, “In cosa ti senti vivo/a?”, “Che vita immagini tra dieci anni?”.

✔ Diventare specchi

La relazione educativa funziona quando l’adolescente vede nell’adulto un’immagine possibile di sé: autentica, non giudicante, affidabile.

✔ Creare esperienze

Laboratori, natura, attività creative, volontariato: tutto ciò che permette di sperimentare ruoli e scelte costruisce orientamento concreto.

Educare alla felicità: dare strumenti

Nel nostro lavoro educativo crediamo che la felicità non sia un’emozione passeggera, ma una competenza: riconoscere i propri bisogni, dare valore ai talenti, costruire relazioni nutrienti, trovare un senso personale nelle scelte. Accompagnare gli adolescenti disorientati significa:

  • aiutarli a nominare ciò che provano
  • lavorare sulla consapevolezza di sé
  • sostenerli nella costruzione di un progetto flessibile

Non si tratta di spingerli verso una “strada giusta”, ma di creare le condizioni perché ciascuno trovi la propria direzione.

E adesso?

Davanti a un ragazzo o una ragazza disorientato/a, prova a cambiare domanda:

❌ “Come posso convincerlo a scegliere?”
✔ “Come posso accompagnarlo in questo tratto di strada?”

L’educazione alla felicità comincia qui: nel trasformare il disorientamento in un cantiere aperto, in cui si impara a stare nelle domande e a costruire, passo dopo passo, una bussola interiore

Se vuoi strumenti concreti, attività e percorsi per accompagnare gli adolescenti in questo viaggio di scoperta, esplora Costruisci la tua Felicità, il nostro progetto educativo dedicato a ragazze e ragazzi: https://www.araculturacreativa.it/costruisci-la-tua-felicita/